
Che cos’è la sostenibilità alimentare secondo te? La FAO la spiega così:
è quella in cui il cibo è nutriente e accessibile a tutti e in cui le risorse naturali sono gestite in modo da mantenere le funzioni dell’ecosistema a supporto delle esigenze umane attuali e future.”
Va da sè quindi che il comportamento che bisogna seguire, non solo per quanto riguarda il consumatore, ma anche per il produttore, deve avere uno sguardo che va lontano, proiettato a una visione di durevolezza nel tempo e stabilità.
E va altrettanto da sè che non è questa la strada che al momento stiamo percorrendo.
Stiamo sfruttando al massimo ora, senza avere un minimo di lungimiranza. Un po’ come a dire “si arrangerà chi arriverà dopo!”: mi sembra un atteggiamento poco costruttivo, soprattutto perché il dopo è molto vicino e in parte lo stiamo già vivendo.
La popolazione in costante aumento, la scomparsa della biodiversità, lo spreco alimentare e i cambiamenti climatici hanno portato l’equilibrio del nostro ecosistema ad una situazione critica e ormai da anni si leggono denunce volte a mettere in luce queste problematiche, chiedendo di porvi velocemente rimedio.
Si sta facendo troppo poco, bisogna darsi più da fare!
Il sistema di produzione alimentare di oggi sottosta a delle regole che hanno poco a che vedere con la nutrizione e l’ambiente (inteso come luogo nel quale si produce il cibo!), ma è gestito principalmente dal profitto, dal marketing e dallo sfruttamento intensivo di tutto ciò che può dare un po’ di più.
La logica del mercato alimentare ha inoltre come fine il monopolio di determinati settori di produzione, che di conseguenza implicherà la completa decisione in materia di prezzi o di approvvigionamenti.
È un sistema profondamente fallato che non contribuisce in nessun modo alla sostenibilità alimentare.
Ancora una volta il cambiamento deve partire dal piccolo e dal basso, da te e da me.
Sono sempre di più le aziende che cercano di riconquistarsi una fetta di mercato, puntando alla genuinità, alla biodiversità, alla promozione territoriale, ma la sfida è davvero ardua.
Ma se ci sono temerari imprenditori che credono in questi principi, che hanno un occhio di riguardo per l’ambiente e per le generazioni future, oltre che al proprio benessere attuale, ecco che devono essere assolutamente sostenuti da noi come consumatori che con i nostri acquisti dobbiamo fare la differenza, favorire queste filiere e queste produzioni e creare una domanda di mercato nuova.
Con le nostre scelte, oltre a proteggere la biodiversità, (che garantisce un’alimentazione completa e diversificata per il nostro personale benessere), possiamo contribuire a mantenere un ambiente sano riducendo i trasporti e gli imballaggi alimentare, prediligendo il locale e i packaging leggeri.
Ecco che cos’è la sostenibilità alimentare ed ecco quali potrebbero essere le cose da esaminare quando decidiamo di fare la lista della spesa.
La sostenibilità alimentare porta dentro di sè diversi principi che lo rappresentano bene:
CONSUMARE MENO
Mentre in molte regioni del mondo la denutrizione è un problema molto grave e diffuso, dall’altra parte di pianeta si affronta invece il problema inverso: il sovrappeso.
Mangiamo troppo. Oltre che male, TROPPO.
Ingurgitiamo più cibo di quello che ci serve, costringendoci a produrne più di quello che sarebbe utile e sostenibile (e nemmeno mi soffermo a dissertare sulla questione salutistica!)
SPRECARE MENO
Il benessere passa attraverso il frigo pieno e mediante metri e metri di bancali carichi di scatolame, carne impacchettata, pane insacchettato, pesce esposto.
I banchi devono essere zeppi e anche il frigo.
Peccato che molti di questi cibi resteranno invenduti e finiranno nella spazzatura e molte delle squisitezze che abbiamo in frigo ammuffiranno prima di arrivare sulla tavola e finiranno nell’organico (almeno si spera nell’organico!)
Senza considerare gli sprechi legati all’estetica: la mela buttata perché non simmetrica, i creacker gettati perché in parte sbriciolati, la busta di cereali scartata perché ammaccata…
(credo di essere una delle poche persone che acquista questi prodotti prima che restino invenduti perché “brutti”)
MENO ANIMALE PIÙ VEGETALE
E qui gli amanti della bistecca insorgeranno!
In realtà, quando si sostiene questo concetto, non è proselitismo al vegetarianesimo o veganesimo. Produrre la succulenta bistecca che metti nel piatto ha un impatto ambientale decisamente maggiore rispetto alla produzione dei legumi.
È per questo che si cerca di promuovere una diminuzione del consumo di carne: per ridurre emissioni di CO2 e consumo di acqua, oltre a restituire spazio utile proprio all’agricoltura.
Sulla salubrità del consumo massiccio di carne, invece, numerosi dottori si sono già espressi in maniera negativa: un po’ meno è meglio!
CONSUMATORE CONSAPEVOLE
Impara a capire cosa stai acquistando e fai una scelta il più possibile sensata quando ti organizzi per fare la spesa.
Locale, stagionale, biologico sono dei buoni parametri per scegliere cosa comprare.
Cerca produttori della zona che applicano i principi della sostenibilità e nei supermercati impara a leggere le etichette e a vedere come gli alimenti sono fatti e da dove provengono.
C’è tanto da fare, molto da spiegare e divulgare, abitudini da scalzare, ma è importante iniziare: non perfetti subito, ma ogni giorno migliori!
Lascia un commento